Il racconto nel Commodorre 64
Molti anni fa esistevano le audio cassette, sostituite negli anni dai CD e poi dai files. Erano usate prevalentemente per ascoltare la musica; gli studenti vi registravano le lezioni universitarie e mia madre la musica dei saggi scolastici. Sui bordi bassi di queste audiocassette c’erano dei piccoli fori appena rettangolari, se riempivi questi fori con una mollica di carta l’audiocassetta diventava registrabile.
Le usavo per duplicare i giochi che da un 'datasette', così si chiamavano i lettori di audiocassette per computer, lanciavo sul VIC20 il computer dell'epoca collegato al monitor della TV. Era di un mio coetaneo e vicino di casa, regalatogli dai sui genitori per la promozione dalla quinta elementare alla prima media. Per il mio primo computer dovetti aspettare un anno in più, ufficialmente perché stava uscendo una versione successiva di questi computer, ufficiosamente perché in quel periodo avevamo tutti le case ‘sgarrupate’ dal terremoto e le priorità erano altre.
In quei tempi erano usciti sul mercato i ‘mangiacassette' a due casse e con due lettori di cassette, uno per ascoltare e un altro per duplicare. Avevo notato che con questi dispositivi era possibile duplicare anche le cassette dei giochi per il computer. Quando premevi il tasto play da una parte e quello record dall'altra sentivi un audio stridulo, abbastanza fastidioso, somigliante vagamente al suono che avrebbero poi emesso i modem analogici che si collegavano a Internet nella seconda metà degli anni ‘90.
Negli anni successivi tentai di imparare un po' di programmazione, usavo dei semplici comandi di Basic: print, goto, if, then. Mi divertivo a fare o modificare questionari che propinavo al parente di turno, dove alla fine delle domande la risposta prendeva sempre in giro il poveretto. Custodivo questi questionari registrandoli sulle audiocassette scolastiche di mia madre. La poverina si arrabbiava quando al posto della colonna sonora dei suoi saggi trovava quel miscuglio di suoni sopra descritti.
La programmazione non era arte mia e così mi concentrai sui database. In pratica usavo queste audiocassette per scrivere dei promemoria, dei pensieri e pian piano dei diari del giorno, stupidaggini beninteso, del tipo che il 13 maggio del 1984 era una giornata ventosa e piovosa. Nascondevo queste note nelle righe dei comandi della programmazione perchè dei files txt ancora non si sapeva. Poi il commodorre64 andò a finire in una cantina, di quelle scavate sotto i cortili per reperire le pietre di tufo da costruzione, per ampliare le case intorno agli stessi cortili.
Sono passati una 40ina d'anni da quei tempi e oggi il vecchio Commodorre è stato messo in vendita dai miei nipoti su Ebay, la base d'asta è di appena 83 euro. Ma prima venderlo, per provarlo, hanno lanciato un'audiocassetta con il vecchio questionario. Alla fine, invece del solito messaggio demenziale, è partito un racconto cadenzato 30 righe alla volta alla pressione della barra spaziatrice. Eccolo!
(richiedilo all'autore Gianluca Parisi libriparisi.it)
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