caserta24ore

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[–] caserta24ore@feddit.it 2 points 9 months ago

Ci dovrebbe pensare l'accademia Pontaniana e non dovrebbe essere cosa impossibile prendendo le regole comuni dall'italiano e dallo spagnolo

Buona serata

[–] caserta24ore@feddit.it 2 points 9 months ago (2 children)

...noi Napoletami vorremmo una grammatica ufficiale del napoletano e considerata l'automia differenziata, il federalismo... lo vorremmo insegnato nelle scuole del Mezzogiorno cosi' come si fa in Spagna col catalano. Il napoletano e' una lingua. I dialetti napoletani sono altra cosa: sono il volgare napoletano parlato in Campania e regioni limitrofe.

Bona jurnata

 

Cala il sipario sul Festival di Sanremo. Un ringraziamento da parte di tutti i campani va a Emanuele Palumbo in arte Geolier che per la prima volta è riuscito a portare una canzone cantata per intero in lingua napoletana sul palco dell’Ariston. In Campania il napoletano rischia di morire: tutti noi parliamo dialetti del napoletano che variano da quartiere in quartiere nella stessa città metropolitana di Napoli, ma soprattutto da città a città, da paese a paese della Campania intera e delle Regioni limitrofe. Il napoletano è una lingua, come il catalano in Spagna. Il napoletano scritto non esiste. La stessa canzone di Geolier probabilmente si doveva scrivere “Ie pe me, tu pe me” visto che la e finale come per il francese non si pronuncia nel napoletano, ma purtroppo le uniche tracce di una sorta di grammatica napoletana le troviamo oggi solo su wikipedia Il napoletano rischia di scomparire perché non è insegnato nelle scuole e una grammatica della lingua napoletano non esiste. Il napoletano come lingua deriva dal latino parlato anticamente a Pompei, che si è poi contaminato con spagnolismi d’Aragona e con termini francesi, ma la grammatica originaria è quella del latino arcaico. In Italia il toscano ha seguito la stessa metamorfosi del napoletano ed è stato adottato per convenzione come lingua nazionale in tutta la penisola, ma ci fu un periodo in cui in Italia si pensò al napoletano come lingua di comunicazione nelle cancellerie dei piccoli stati italiani. Alfonso D'Aragona I Re di Napoli adottò il napoletano come lingua ufficiale del suo Regno. Dal 1442 con questa lingua comunicò per circa 60 anni con le cancellerie di mezza Italia. Nel 1501, l'Accademia Pontaniana (una sorta di Accademia della Crusca napoletana) suggerì però l'utilizzo del toscano. L'influenza della grammatica italiana "Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua"del contemporaneo Pietro Bembo ebbe un ruolo centrale in questa scelta. Le famosissime precedenti opere scritte dai toscani Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio fecero il resto. Che dire oggi, grazie a Geolier per aver riportato il dibattito della lingua napoletana a Sanremo con l’auguri di vedere il napoletano quanto prima insegnato nelle scuole italiane così come il catalano viene insegnato nelle scuole spagnole

 

Le periferie dei paesi delle citta' campane, ma anche di diverse citta' italiane, spesso sono disseminate da rifiuti domestici. Eravamo abituati a vedere ai margini delle strade rifiuti ingombranti, ma ultimamente nelle strade abbondano sempre piu' rifiuti domestici. Perche'?

 

Il racconto nel Commodorre 64

Molti anni fa esistevano le audio cassette, sostituite negli anni dai CD e poi dai files. Erano usate prevalentemente per ascoltare la musica; gli studenti vi registravano le lezioni universitarie e mia madre la musica dei saggi scolastici. Sui bordi bassi di queste audiocassette c’erano dei piccoli fori appena rettangolari, se riempivi questi fori con una mollica di carta l’audiocassetta diventava registrabile. Le usavo per duplicare i giochi che da un 'datasette', così si chiamavano i lettori di audiocassette per computer, lanciavo sul VIC20 il computer dell'epoca collegato al monitor della TV. Era di un mio coetaneo e vicino di casa, regalatogli dai sui genitori per la promozione dalla quinta elementare alla prima media. Per il mio primo computer dovetti aspettare un anno in più, ufficialmente perché stava uscendo una versione successiva di questi computer, ufficiosamente perché in quel periodo avevamo tutti le case ‘sgarrupate’ dal terremoto e le priorità erano altre.

In quei tempi erano usciti sul mercato i ‘mangiacassette' a due casse e con due lettori di cassette, uno per ascoltare e un altro per duplicare. Avevo notato che con questi dispositivi era possibile duplicare anche le cassette dei giochi per il computer. Quando premevi il tasto play da una parte e quello record dall'altra sentivi un audio stridulo, abbastanza fastidioso, somigliante vagamente al suono che avrebbero poi emesso i modem analogici che si collegavano a Internet nella seconda metà degli anni ‘90.

Negli anni successivi tentai di imparare un po' di programmazione, usavo dei semplici comandi di Basic: print, goto, if, then. Mi divertivo a fare o modificare questionari che propinavo al parente di turno, dove alla fine delle domande la risposta prendeva sempre in giro il poveretto. Custodivo questi questionari registrandoli sulle audiocassette scolastiche di mia madre. La poverina si arrabbiava quando al posto della colonna sonora dei suoi saggi trovava quel miscuglio di suoni sopra descritti.

La programmazione non era arte mia e così mi concentrai sui database. In pratica usavo queste audiocassette per scrivere dei promemoria, dei pensieri e pian piano dei diari del giorno, stupidaggini beninteso, del tipo che il 13 maggio del 1984 era una giornata ventosa e piovosa. Nascondevo queste note nelle righe dei comandi della programmazione perchè dei files txt ancora non si sapeva. Poi il commodorre64 andò a finire in una cantina, di quelle scavate sotto i cortili per reperire le pietre di tufo da costruzione, per ampliare le case intorno agli stessi cortili.

Sono passati una 40ina d'anni da quei tempi e oggi il vecchio Commodorre è stato messo in vendita dai miei nipoti su Ebay, la base d'asta è di appena 83 euro. Ma prima venderlo, per provarlo, hanno lanciato un'audiocassetta con il vecchio questionario. Alla fine, invece del solito messaggio demenziale, è partito un racconto cadenzato 30 righe alla volta alla pressione della barra spaziatrice. Eccolo! (richiedilo all'autore Gianluca Parisi libriparisi.it) #libri #racconti

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