I parlamentari di diversi paesi europei mettono in guardia contro chatcontrol
BERLINO (Dpa-AFX) - Diverse decine di parlamentari di paesi europei hanno criticato i piani della Commissione Ue per il cosiddetto #CHATCONTROL.
BERLINO (Dpa-AFX) - Diverse decine di parlamentari di paesi europei hanno criticato i piani della Commissione Ue per il cosiddetto controllo delle chat. In una dichiarazione scritta, i 30 firmatari affermano che anche la lotta alla violenza sessuale contro i bambini è una priorità assoluta per loro. Dal loro punto di vista, invece, la proposta formulata dalla Commissione obbligherebbe i provider a introdurre software per controllare il contenuto delle comunicazioni, ribaltare la crittografia end-to-end e portare alla scansione del personal cloud storage.
BERLINO Sul sito web dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, ogni membro ha la possibilità di firmare una dichiarazione scritta ivi pubblicata. Tra i firmatari della dichiarazione sulla "protezione dei bambini e dei diritti fondamentali europei", che si rifà a un'iniziativa del vice capogruppo del gruppo parlamentare FDP, Konstantin Kuhle, figurano parlamentari provenienti da Austria, Slovenia, Danimarca, Ucraina, Francia e la Stati Uniti Svizzera. Oltre a diversi politici FDP, si sono uniti dalla Germania i deputati del Bundestag dei Verdi Julian Pahlke e Max Lucks e il deputato dell'AfD Norbert Kleinwaechter.
Nel maggio 2022, la commissaria europea per gli Interni, Ylva Johansson, ha presentato una proposta di regolamento per frenare la diffusione di immagini che mostrano abusi sessuali su minori. I critici usano la parola chiave "controllo della chat" per questo. Lo vedono come un tentativo di scansionare tutte le comunicazioni sulla rete, inclusi i messaggi crittografati, e temono la sorveglianza di massa. I paesi dell'UE e il Parlamento europeo non hanno ancora votato la loro posizione sulla proposta di legge. I ministri dell'Interno si erano recentemente mostrati aperti.
Ad aprile, il governo federale aveva sollevato notevoli preoccupazioni sulla proposta della Commissione UE. In una dichiarazione coordinata tra i ministeri della famiglia, della giustizia, degli affari interni, della famiglia e degli affari digitali, all'epoca si diceva: "Dal punto di vista del governo federale, sono necessarie modifiche significative al progetto di regolamento affinché può essere approvato da un punto di vista tedesco."