Il controllo sulle attività svolte davanti al televisore è probabilmente il vero costo nascosto dei televisori dei giorni nostri. Essendo quasi tutte smart-TV costantemente collegati a Internet, possono fornire di continuo statistiche sul loro utilizzo ai produttori, che vendono poi quei dati a numerosi soggetti: dalle società che offrono servizi di streaming alle aziende interessate a farsi pubblicità. Un televisore raccoglie dati su quanto tempo viene tenuto acceso, ogni quanto avviene un’interazione per cambiare canale, mettere in pausa la riproduzione di un film o selezionare l’episodio successivo di una serie televisiva. Altri dati raccolti riguardano il tempo dedicato a utilizzare un’applicazione, la frequenza con cui viene avviata e in che periodo del giorno.
Oltre a mostrare l’elenco dei contenuti e delle applicazioni disponibili, i sistemi operativi di alcuni televisori mostrano anche annunci pubblicitari simili a quelli che osserviamo quando navighiamo online. Anche in questo caso la raccolta dei dati può aiutare gli inserzionisti a capire quante volte sia stata visualizzata la loro pubblicità, quante persone abbiano scelto di aprirla per scoprire ulteriori dettagli su ciò che offre e le azioni effettuate prima e dopo la sua visualizzazione.
A questo punto mi chiedo se non sia più conveniente comprarsi una TV non smart e un Raspberry Pi.
A trovarne una...