La Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza riflette la diversificata gamma di minacce alla sicurezza nazionale che, dalla prospettiva intelligence, sono state alla prioritaria attenzione nel corso del 2023, ed evidenzia, come di consueto, le principali direttrici di intervento lungo le quali gli Organismi informativi hanno operato a tutela degli interessi nazionali, in aderenza ai principi costituzionali e agli obiettivi indicati dal Governo, e sotto il controllo del Parlamento.
Al contempo, viene innovato il suo impianto, alla luce di una duplice imperativo al quale non poteva sottrarsi un documento chiamato a rendicontare, entro il perimetro di ciò che può essere reso pubblico, l’operato del DIS, dell’AISE e dell’AISI.
Da un lato, le sfide securitarie con cui ci misuriamo si collocano, in ragione sia della loro origine che dei possibili rischi per le nostre potenzialità di sviluppo, in un orizzonte temporale che travalica ampiamente la cadenza annuale del documento. Nel progressivo scolorire delle tradizionali distinzioni definitorie e operative tra i multiformi fenomeni di minaccia, ora sempre più intrecciati fra loro non solo nell’ambiente digitale ma anche in quello analogico, i variegati fattori di instabilità globale proiettano sul prossimo futuro una forte incertezza. Per ridurla, condividendo al contempo con la cittadinanza i risultati dell’azione intelligence, si è reso indispensabile calibrare anche la Relazione non classificata dei Servizi Segreti su quella cruciale fase del ciclo intelligence che è l’analisi di taglio strategico.